Animalismo e doppio pensiero orwelliano

Fonte: Il Cambiamento


Dall’antropocentrismo all’antispecismo, dal veganesimo alla cultura della carne. Il rapporto dell’uomo con gli altri animali è spesso caratterizzato da profonde contraddizioni: come può un ‘amante degli animali’ essere allo stesso tempo un mangiatore di carne? Probabilmente si tratta di un controsenso, riconducibile a quel fenomeno che George Orwell definì ‘doppio pensiero’.

di Andrea Romeo – 20 Febbraio 2012

Che l’Occidente sia antropocentrico non vi è dubbio alcuno. L’antropocentrismo è una forma di pensiero che si ripercuote nella realtà determinando un’incessante recinzione e cementificazione della Natura, con l’obiettivo di creare habitat artificiali prevalentemente umani: la prima forma di Matrix in cui viviamo è la città. Tuttavia rimane il fatto che l’uomo, volente o nolente, deve convivere con altre creature che popolano il pianeta e, che ci piaccia o no, la Terra non è solo degli uomini, e guai se non fosse così, pena l’estinzione!


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Il Cannocchiale di Galileo

Con piacere si segnala la pubblicazione online de “Il Cannocchiale di Galileo“, un interessante pamphlet di uno storico collaboratore di Veganzetta: Aldo Sottofattori.

Di seguito il link al documento in formato .pdf liberamente scaricabile e la presentazione a opera dell’autore che è direttamente contattabile all’indirizzo email: at44142©libero.it

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Frammenti di un discorso animalista

Fonte: Veganzetta


Prospettive per lo svelamento di un paradigma anti-antropocentrico

Come scrive Carlo Ginzburg  a conclusione di  un testo che tutti, “prima di morire”, dovrebbero leggere,  “la firasa, cioè la capacità di passare in maniera immediata dal noto all’ignoto sulla base di indizi, secondo il vocabolario dei sufi, è l’organo del sapere indiziario, intuizione bassa, radicata nei sensi. Lega strettamente l’animale uomo alle altre specie animali.”(1)  Secondo l’autore, l’Animale medico,  paleontologo, geologo, giurista, storico, astronomo, procede in queste discipline indiziarie, solo marginalmente contaminate dal paradigma scientifico galileiano ( ad eccezione dell’astronomia e della medicina scientifica accademica meccanicistica-riduzionistica contemporanea), seguendo un metodo  che non sarebbe improprio definire divinatorio,  semeiotico, o,  in termini epistemologici  attuali, congetturale, non diversamente, quindi, dagli altri  Animali, Zecche e Tafani compresi. Infatti, nelle loro attività quotidiane,  Gufi e Cinghiali interpretano segni, tracce, impronte, registrazioni, suoni, rumori, odori,  così come i medici galenici e ippocratici o taoisti agopunturisti  e olisti interpretano i sintomi dei pazienti ( come dice Ippocrate, non ci sono malattie, ma singoli malati che vanno curati secondo terapie caratterizzate da una prospettiva altamente individualizzante e non sistematica). Continua a leggere

Sulla bestialità della “specie eletta”

Fonte: www.contra-versus.net/antispecismo.html


L‘industrialismo capitalistico ha condotto al punto più estremo il rapporto di dominio della specie umana sulle altre sviluppatosi con la civilizzazione. Il nostro rapporto con le altre specie è solamente incentrato oramai sullo sterminio sistematico e scientifico delle stesse attraverso in particolare gli allevamenti intensivi. Se dovessimo considerare inevitabile, necessario dunque permanente l’attuale sterminio in “campi” a ciò predisposti di circa cinquanta miliardi di animali d’allevamento sul pianeta, allora non potremmo non considerarci identici ad una qualunque specie “parassita”. E’ però tutta da dimostrare tale impellenza. Essa lo è alla stessa stregua di quanto lo è l’attuale sistema di trasporto privato o di quanto lo è la produzione di cereali in gran parte destinati agli allevamenti intensivi.  In realtà v’è un’apparenza di raziocinio che fa orrore perché orrore produce.
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